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2007
E' tutto vero

 

2006
Mai morti

 

2004
Sembra che dormono

 

2003
Buone vacanze

 

2002
Spacciatori d'ovvio

 

2002
Se la cantano e se la suonano

 

2001
Noi c'eravamo

 

2000
Spartizione o sparizione

 

1999
Due figli di

 
 

1998
Stanno morendo

 

Un unico artista in due corpi, una legione di artisti in ciascun corpo, né Clearco né Paolo T., ma Clearco e Paolo T.: geniali giovani artisti, fratelli, frammenti di uno stesso specchio, ceppi di un unico tronco, antenne gettate a tastare l'ignoto:
domandare donde scaturisca tutto questo, di cosa parli continuamente quella legione - cosa significhi essere artista - cosa significhi non essere mai per sé, ma solo per un pubblico:
sospinti su di un palcoscenico, perennemente fuori di sé, pubblico di se stessi, intenti a scavare nella propria pubblicità una nicchia, una tana: e riderne fino alle lacrime: come intuì da subito Rosa Leonardi che li scoprì, li allevò e li sostenne fino alla propria morte.

"Clearco e Paolo T. sono molto giovani e molto bravi. La costanza e l’accuratezza del loro approccio ha qualcosa di feroce, al di là dell’apparenza gentile e divertente del lavoro.
Un lavoro che si legge a strati, dall’ironia incisiva e immediata alle profondità più ostiche della filosofia, e che si sviluppa a puntate nel tempo come una lunghissima telenovela.
Ne sono previste infatti ventiquattro puntate, per altrettanti anni, ad inseguire come un sofisticatissimo grande fratello la vita e la ricerca dei due protagonisti.
Siamo ormai al quinto appuntamento dell’opera globale, e vale la pena riassumere le puntate precedenti.
Imprevedibilmente, come nelle fiction a tinte forti, i primattori sono scomparsi alla prima puntata: sfidando superstizioni e scaramanzia, i due artisti hanno intitolato nel ’98 la mostra d’esordio del ciclo “Clearco e Paolo T. stanno morendo”.
Con la lucida conoscenza semantica che li caratterizza, l’invito alla mostra li fotografava come su una lapide, portando agli estremi il ruolo dell’artista come comunicatore. Qual è il destino del messaggio, al di là dell’intenzione di chi lo propone? La riflessione sulla compartecipazione di chi guarda al costante rinnovarsi della creazione e della vita dell’opera oltre il suo autore, mette in luce uno dei paradossi più sottili dell’arte contemporanea. La lettura presuppone infatti una definizione, che coincide con un limite: il lavoro parzialmente compreso e quindi circoscritto, non più opera esclusiva del fautore, sembra inconciliabile con l’idea dell’arte come libera ed anarchica.
L’anno successivo, Clearco e Paolo T. – al secolo Clearco Giuria e Paolo Tedeschi – hanno focalizzato la loro ricerca sui debiti intellettuali, sull’influenza che le grandi figure dell’arte, della letteratura, della filosofia e così via hanno sulla formazione dell’individuo. Questa mostra, intitolata “Due figli di”, era un grazie ai ‘padri’ ma anche un’indagine sull’identità dell’artista come puzzle composito di stimoli e contaminazioni culturali.
Un’idea di artista ‘a pezzi’ resa estrema nel 2000, con la mostra “Spartizione o sparizione“ che, partendo dal simbolo estremo dell’eucarestia, raccontava la resa dell’artista al pubblico cannibale, a fronte di una scelta senza mediazioni: proteggersi come individuo e scomparire alla memoria collettiva, o lasciarsi spartire. Clearco e Paolo T. hanno scelto di farsi a pezzi, per fortuna solo in effigie, attraverso fotografie di parti dei loro corpi, ‘carne d’artista’ .
Il tema delle contaminazioni culturali è approfondito e ampliato nel 2001: “Noi c'eravamo” indaga l’influenza prepotente della politica e la storia nell’opera d’arte, quasi una rivincita della collettività sulla gabbia narcisistica della ricerca espressiva individuale.
Quest'anno, "Se la cantano e se la suonano": proseguendo la loro riflessione sul linguaggio affrontano l’argomento spinoso dei confini tra espressioni artistiche, e scelgono appunto di sconfinare e ribellarsi.
I due artisti hanno ideato e inciso un CD a tiratura limitata (50 copie), dove interpretano brani di loro composizione.
Il disco è ora in vendita da Leonardi V-Idea, e il ricavato è offerto dagli autori alla futura associazione in onore dell’indimenticabile Rosa Leonardi, recentemente scomparsa, che per decenni è stata il cardine entusiasta dell’arte sperimentale genovese e non solo.
L’iniziativa terminerà il 14 agosto all 21.00 con una performance di Clearco e Paolo T., che canteranno e suoneranno dal vivo".
valentina ottone caserta,
lunedì 12 agosto 2002, exibart.it

Il 7 Dicembre del 2002 presentano al convegno "Arte al futuro: azzardare la definizione", presso il Museo d'arte contemporanea Villa Croce di Genova, il videointervento "Spacciatori d'ovvio" in cui, con la consueta irriverenza, mettono alla berlina le pretese di quanti - critici, giornalisti e curatori - intendono spiegare agli artisti il loro mestiere. Il video, accolto con malcelato dispetto dagli organizzatori e con entusiasmo dal pubblico, riapparirà in estate a Castell'Arquato, Piacenza, nella mostra "Corpi Liberi", a cura di Fabrizio Boggiano.
"Buone Vacanze", nel 2003, si diffonde come un virus stupido e sinistro trasmesso via e-mail.
Il 2004 vede Genova "Capitale Europea della Cultura": il frastuono dei cantieri e dei vaniloqui dei pubblici amministratori, così come non sveglia la comatosa vita culturale nazionale, trova Clearco e Paolo T. beatamente addormentati nella cuccetta del loro panfilo attraccato al molo 2 dello Yacht Club di Genova. L'evento, intitolato "Sembra che dormono", viene trasmesso in diretta presso la Galleria Joyce&Co. di Genova dal 28 Agosto all'11 Settembre 2004.
Benché divisi da un fato imperscrutabile, Clearco e Paolo T. continuano nel 2006 la loro opera su internet: "Mai morti" è un grande taccuino di appunti sotto forma di blog, tenuto dall'11 al 25 Settembre 2006. L'anno successivo ritentano l'esperienza felice del blog sul loro organo ufficiale di propaganda presentando dal 25 Settembre al 9 Ottobre 2007 "E' tutto vero", bizzarro incrocio fra il cinegiornale LUCE ed lo snuff-movie, nel quale i due concedono al loro pubblico di nicchia il privilegio di sbirciare in un'indecifrabile quotidianità d'artista.